Alla presenza del vicesindaco di Colle di Val d’Elsa e di autorità civili e militari si è svolta, venerdì 30 ottobre, in una piazza dedicata all’Eroe gremita di gente della sua città, la 15^ edizione della cerimonia di commemorazione della M.O.V.M. Ten. Par. Roberto Bandini .
Particolare rilevanza ha avuto quest’anno la partecipazione di tanti giovani degli istituti cittadini che hanno realizzato audiovisivi e disegni dedicati al sacrificio dei Roberto e della Folgore ad El Alamein.
Gli elaborati, presentati nella giornata di giovedì presso l’aula magna del “palazzone” messa a disposizione dall’Amministrazione comunale di Colle, tenevano conto delle seguenti indicazioni tematiche:
opportuna sul tema” La Terza Battaglia di El Alamein”
– per la Scuola secondaria di II° Grado un audiovisivo realizzato sul tema “Ten. Roberto
Bandini – Un colligiano alla Terza Battaglia di El Alamein”
Le borse di studio sono state così finanziate:
– Borsa di Studio di euro 500,00 per l’audiovisivo.
– Borsa di Studio di euro 200,00 per il disegno
L’assegnazione delle borse di studio è avvenuta ad insindacabile giudizio della commissione di
valutazione composta dalle seguenti autorità (o loro rappresentanti):
– Presidente Provinciale dell’Associazione Nazionale Paracadutisti d’Italia;
– Sindaco di Colle di Val d’Elsa;
– Comandante del 186° Reggimento Paracadutisti “Folgore”.
Per l’audiovisivo le studentesse: Elena Pierangeli, Zoe Bucciarelli, Tecla Masocco, Irene Grifoni, Claudia Bagnai Chiarucci, della 5^ classe dell’istituto Don Bosco, che hanno realizzato un audiovisivo premiato con la seguente motivazione: “Giovane studentessa, nel quadro del concorso dedicato alla M.O.V.M. Ten. Par. Roberto Bandini, ha realizzato, con mirabile approfondimento e passione, un audiovisivo nel quale ha espresso, con estrema efficacia, il sacrificio dell’Eroe colligiano e della Folgore. “Per il disegno: Laura Verdicchio, Veena Sotero, Svejla Adilovschi, Studentesse della 3^ media dell’istituto “Arnolfo di Cambio” che hanno realizzato un disegno che è stato premiato con la seguente motivazione: “Giovanissima studentessa, nel quadro del concorso dedicato alla M.O.V.M. Ten. Par. Roberto Bandini, ha realizzato, con grande capacità e passione, un disegno nel quale ha espresso, con mirabile efficacia, il sacrificio dei soldati d’Italia e della Folgore ad “El Alamein”.
E’ stato assegnato altresì un premio straordinario al lavoro degli studenti Pietro Masi e Giulio Bartoli che hanno realizzato un disegno premiato con la seguente motivazione “Giovanissimo studente, nel quadro del concorso dedicato alla M.O.V.M. Ten. Par. Roberto Bandini, ha realizzato, con grande capacità ed effetti cromatici, un disegno nel quale ha espresso, con mirabile efficacia e capacità tecnica la particolarità del lancio con il paracadute”.
Particolare interesse ha riscosso, in tale contesto, la testimonianza dei due nipoti dell’Eroe colligiano che hanno voluto testimoniare l’estrema attualità del messaggio trasmesso ai giovani dal fratello della loro mamma.
Discorso del Presidente dell’A.N.P.d’I. di Siena pronunciato in occasione del settantatreesimo anniversario della morte della M.O.V.M. Ten.Par. Roberto Bandini di Colle di Val d’Elsa
^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^^
Quando, alla metà degli anni 90, l’allora comandante del 186° Reggimento riuscì a far intitolare la caserma dei paracadutisti senesi a Roberto Bandini, noi tutti fummo fieri ed orgogliosi del fatto che finalmente veniva riconosciuta ed esaltata questa straordinaria combinazione che vedeva una medaglia d’oro del 186° Reggimento strettamente legata al territorio della provincia senese.
Pochi anni dopo, (ricorre oggi il quindicesimo anniversario dell’intitolazione di questa piazza all’Eroe) la sensibilità dell’Amministrazione Comunale di Colle Val d’Elsa, dedicava il luogo dove oggi noi ci troviamo al ricordo di questo suo straordinario concittadino.
Roberto Bandini nasce infatti a Colle di Val d’Elsa il 28 gennaio del 1917, compie i regolari studi medi inferiori e superiori e si iscrive alla Facoltà di Chimica dell’Università di Firenze. A 18 anni si arruola volontario, interrompendo gli studi, nel VI° Battaglione mitraglieri CC.NN., con il quale, inquadrato nella Divisione “Tevere”, prende parte, in A.O.I., alla Campagna d’Etiopia. Rientrato in Italia a metà Giugno del 1936, ottiene la nomina a Sottotenente di complemento e, prestato il servizio di prima nomina presso il I° Reggimento Granatieri di Sardegna, viene collocato in congedo nel febbraio del 1937. Richiamato in servizio nello stesso anno, torna nuovamente in A.O.I. con il 47° Battaglione CC.NN. rimanendovi fino al Novembre 1939.
Rientrato in Italia riprende gli studi interrotti e, nell’ottobre del 1940, ottiene la promozione a Tenente. Alla fine dello stesso anno viene nuovamente richiamato alle armi e destinato in forza al III° Reggimento Granatieri. Partecipa alle operazioni di guerra sul fronte Greco fino all’ottobre del 1941 quando decide di inoltrare la domanda per essere assegnato alla nuova Specialità dei Paracadutisti.
Roberto è tra i primi a giungere a Tarquinia, gli allievi che arrivarono alla Scuola di paracadutismo vennero severamente selezionati (quasi il 60% furono rimandati ai reparti di provenienza), scartati gli esaltati, i prescelti furono coloro che dimostrarono di avere “mens sanissima in corpore sanissimo”, padronanza di se stessi, intuito, intelligenza, spirito di sacrificio. Rappresentavano quanto di meglio l’Italia poteva esprimere attraverso la sua gioventù in armi. Erano ragazzi dal cuore saldissimo e dalla volontà tesa fino all’estremo limite delle umane possibilità.
A loro si poteva chiedere tutto, anche l’impossibile, e i loro ufficiali, pur educati in quella particolare atmosfera tipica dell’esercito anteguerra che bloccava e toglieva ad ognuno, in nome di una eccessiva dipendenza gerarchica, l’indispensabile libertà d’azione, avvertirono ben presto la necessità di modificare le cose, di rinnovare i rapporti gerarchici, di adeguarsi alla nuova realtà con una più congeniale interpretazione della disciplina militare e del dovere che esaltava e non deprimeva le qualità individuali, ottenendo un livello ottimale di rendimento mai prima d’allora raggiunto nelle FF.AA..
Quegli ufficiali, così diversi dalla massa, che la storia trasformò successivamente in una èlite d’eccezione, potevano considerarsi per preparazione, capacità, qualità umane, come la parte migliore e più affidabile della gerarchia militare del tempo.
Roberto Bandini era tra questi, adorato dai propri dipendenti rappresentava il meglio che l’Italia potesse esprimere in quegli anni!
Dopo il corso ed il conseguimento del Brevetto di Paracadutista, viene inquadrato nel 186° Rgt Paracadutisti e con esso inviato, il 15 Luglio del 1942, in Africa Settentrionale.
Da questo momento Roberto Bandini è parte integrante della leggenda della FOLGORE.
Vicecomandante della 21^ compagnia ad “El Alamein”, il 24 ed il 25 ottobre 1942, il suo settore è investito dall’attacco di due battaglioni di fanteria e di una Brigata Corazzata forte di oltre 150 carri armati.
250 paracadutisti italiani, male armati, contro un nemico venti volte più numeroso e dotato di una potenza di fuoco impressionante.
Due volte ferito il Tenente Bandini mantiene la posizione e contro assalta sempre vittoriosamente gli attaccanti contribuendo in maniera determinante a respingere gli avversari nel suo settore fino a quando muore colpito una terza volta.
Cade così, a solo 25 anni, questo giovane colligiano, colto, bello, intelligente e ricco che nella vita avrebbe potuto ricercare brillanti e comprensibili mete personali e che invece, coscientemente e con totale donazione di se, scelse di essere da esempio a tutti noi che ancor oggi a distanza di tanti anni lo ricordiamo con amore.
Questa fu la FOLGORE, questi i suoi uomini che, mirabilmente fusi in un fascio di energie, di intenti, di Fede, dimostrarono a tutti, amici e, soprattutto ai nemici, di che cosa fossero capaci i paracadutisti italiani. Ragazzi meravigliosi e indimenticabili, le cui gesta sono il più prezioso patrimonio spirituale del paracadutismo militare italiano.